Se il mio frigo potesse parlare… vafffff
  • Lo sai che è finita la mozzarella?frigo
  • Scherzi?
  • Chiedi a tuo figlio.
  • Pooorca miseria…
  • Meglio cosí. Ma non lo vedi come ti stai ingrassando?
  • Vaffanc…

Questo potrebbe essere un dialogo col mio frigo se quello potesse parlare.

Ma come credete che sia iniziata questa storia? Vista l’origine asiatica del suo marchio, avrebbe parlato solo giapponese quando lo acquistammo al negozio di elettrodomestici tre anni fa? Avrei fatto fatica a capirlo oppure lui avrebbe perfettamente parlato la nostra lingua?

Magari la facoltà di parlare sarebbe stata soltanto un atto d’imitazione come quello dei pappagalli. In questo modo sarebbe solo in grado di ripetere frasi del tipo “Mi dai soldi per comprarmi delle scarpe?” se avesse sentito mia figlia; o “Non dimendicarti di fare la spesa al supermercato” se avesse ascoltato mia moglie; oppure qualche parola monosillabica se avesse fatto attenzione alle poche occasioni in cui il nostro figlio adolescente si sarebbe sforzato di comunicare.

Eppure, a meno che non mi diciate il contrario, visto il dialogo precedente potremmo dedurre che, sebbene si tratti solamente di un frigorifero, potrebbe avere una certa capacità di pensare o essere in qualche modo razionale o immaginativo e avere un certo livello culturale.

Immaginate quindi che, con quella voce fredda, ci parli di storia sebbene non l’abbia mai vissuta; Che ci narri particolari sulla rivoluzione e la fine della monarchia assoluta in Francia; Che pianga con gli orrori della seconda guerra mondiale e con le atrocità sofferte da migliardi di europei nei campi di sterminio nazisti a metà del ventesimo secolo; Oppure ci riferisca dettagli sul crollo del muro di Berlino e, di conseguenza, del blocco sovietico.O magari ipotizzi una fine non molto lontana della crisi del Medio Oriente.

Chissà se volesse, con quella voce metallica, parlarci di scienzia nonostante non la capisca, ed aggiornarci sui più recenti sviluppi della medicina nucleare per la guarigione del cancro, oppure argomenti sui buchi Neri di Stephen Hawking, i campi gravitazionali che incurvano lo spazio-tempo o qualsiasi altro stravagante concetto della fisica quantistica.

Anche se questo sia un tema minore, potrebbe stupirsi di fronte a un calcio che non é mai riuscito a godersi e rievocare la vincita dell’Uruguai a Maracaná nel 1950 o il gol di Maradona contro l’Inghilterra nel 1986, quella famosa mano di Dio.

Forse si inquieterebbe con Pessoa e i suoi eteronimi: Ricardo Reis, Álvaro de Campos, Alberto Caeiro e Bernardo Soares; o vorrebbe rileggerci storie che non avrebbe mai letto del Pequod nel Moby Dick di Melville (Chiamatemi Ismaele. Qualche anno fa – non importa quando esattamente – avendo poco o nulla in tasca…) -, dell’Iliade d’Omero (Cantami, o Diva, del Pelìde Achille / l’ira funesta che infiniti dannin addusse…) o delle sorelle Dolphin nel City di Baricco (Culo stretto e pistole cariche, ragazzo; Tutto il resto è poesía inutile).

Benché non vi sia facile da immaginare , questo grosso cassone bianco potrebbe anche conversare di musica, di filosofia (filosofia zen, per la precisione), di chimica organica, di architettura, di cinema, di pittura, di cucina, di agriturismo…

Mi fermo quì. Lasciate perdere. La mozzarella è finita. Vaffanculo.

Carlos, C1