La direttrice le dà della “rompipalle” e lei la denuncia
L’esercizio di finire una storia è uno dei classici esercizi di scrittura creativa. L’alunno a sua disposizione ha un incipit, un elemento grammaticale da utilizzare e un lessico da rispolverare. Ecco un bell’esperimento di questo tipo svolto da uno studente de La mia scuola. Obiettivo: giocare col gerundio e il trapassato prossimo.

rompiballeÈ arrivato fine alla Corte di Cassazione il caso di una dipendente di una ditta di Pignola che, dopo aver avuto una discussione con la sua direttrice, l’aveva denunciata per un’espressione offensiva chiedendo anche un risarcimento per i danni subiti. I giudici di primo grado avevano condannato la direttrice a tre settimane di lavori di pubblica utilità, consistenti nello svuotamento dei cessi nella sala di concerti “Birra & Co.” dopo la festa della birra e la pecora, versione lucana dell’ “Oktoberfest”.

Il giudice di primo grado aveva anche stabilito un risarcimento di 2500 euro alla dipendente – di nome VFC, trentenne, studentessa di lingue morte e nota youtuber – sottolineando i danni morali causati da “espressioni interpretabili come offensive”.

Avendo la direttrice – di nome PP, cinquantacinquenne, claustrofobica – fatto ricorso alla Corte di Cassazione e provata la sua innocenza basandosi sulla perizia presentata dal dottore TDC dove si certifica il suo mutismo causato da una malattia venerea contratta all’età di quindici anni, si potrebbe aspettare una sentenza favorevole entro la fine di Maggio.

Fonti vicine alla Corte di Cassazione, alla Procura Generale della Repubblica e all’Arcivescovado di Potenza hanno confermato a questo quotidiano, però, che la possibilità di assoluzione e quasi nulla vista la colossale corruzione del sistema giudiziario nel nostro Paese.

Carlos, C1