Ludovico

BeethLasciate che vi dia un consiglio. Non dovete credere a tutto quello che vi dicono. Non dovete neanche prendere per vero tutto ciò che é scritto sul giornale o che avete sentito alla tivú.

Per esempio, si raccontano 2 cose di me.

La prima cosa è che io sono sordo. Non è mica vero. Le cronache dicono che avrei composto la Nona sinfonia già all’epoca sordo. Ma veramente credete che sarei riuscito a creare un’opera così bella senza sentire una mazza? Ci sento così bene che di notte mi sveglia il gocciolare del rubineto o il russare del mio vicino di sopra, che suona come una sega.

La seconda cosa che dicono di me é che sono un genio, e anche questo non é vero. Certo che un po’ di creatività c’é l´ho, ma è purtroppo molto lontana dalla genialità. Davvero si potrebbe dire che ho avuto un notevole successo come compositore e sono perfino riuscito a vendere la mia Nona come inno dell’Unione Europea, ma mi è stato detto che per essere un genio avrei dovuto poi sgommare con la macchina per scappare delle orde di fan urlanti e questo non mi è mai capitato.

Se mi volete paragonare con alcuni dei miei coetanei, potremmo convenire che Roberto faccia una musica che scorre come un fiume alla pianura, ripiena di angioletti che lanciano frecce al cuore. Niente male, ma sdolcinato da piangere.

Poi c’é quell’altro, Riccardo, che non so se fa musica oppure la guerra quando scrive sul pentagramma. Certo che poi ne escono opere che sono deliziose anche se un po’ troppo lunghe. Spesso diventano un tantino noiose ma sono sempre splendenti come i lampi nel temporale.

Credo che il vero genio dei nostri tempi sia quello scemo di Amedeo. L’avete mai sentito, Il Flauto Magico? Papageno e Papagena! Tutta la idiozia e tutta la bellezza del mondo assieme!

Ma lui è fatto cosí; ascoltare la sua musica può essere a volte come accarezzare la buccia vellutata di una pesca. Puó essere ogni tanto come calpestare vetri di lampadine. Ma é sempre come osservare l’arcobaleno dopo la pioggia d’estate.

Ci potete credere che a cuatro anni era già seduto di fronte ai tasti del pianoforte? Oddio, come mi sarebbe piaciuto riuscire a suonare come lui quando avevo la sua età! Ma ve lo ho già detto. Io non sono un genio.

Comunque, sono venuto a parlarvi di me. Scusatemi se ci giro intorno. Riprendo…

Carlos – C